Ciao Candida, ti racconto la mia storia. Ho quasi 38 anni e, quando ne avevo 14, durante le vacanze a casa di parenti, ho conosciuto un ragazzo che, ai tempi, aveva 24 anni. Ha iniziato a corteggiarmi e mi sentivo, al contempo, lusingata e imbarazzata. Da quel momento ho smesso di essere una bambina e ho iniziato a prendere consapevolezza del mio corpo e del mio essere donna. È stato un incontro del tutto platonico, non vissuto, sono tornata a casa (a più di mille chilometri di distanza da lui), ma ho iniziato a cullare l’idea di noi nella mia testa e nella mia anima, chiudendo il mio cuore ad altre esperienze. Un anno dopo, lui aspettava un figlio da una collega appena conosciuta, più grande di lui di quattro anni. Tuttavia, non riuscivo a togliermi quell’amore impossibile dalla testa, mi bastava incontrarlo una volta all’anno, quando andavo a trovare i miei parenti, per perdermi nelle mie fantasie, anche perché lui, quando mi vedeva, mi riempiva di attenzioni. Sono passati degli anni, lui e la moglie hanno avuto un altro figlio, io mi sono concentrata sullo studio. Nel 2018, si è separato e mi ha contattato su Facebook, mi scriveva notte e giorno, dicendo di aver sempre pensato a me e che avrebbe voluto un altro figlio soltanto da me. Venivo da anni di studio matto e disperato, concentrata su un concorso quasi impossibile, ero stanca e apatica. Nel frattempo lui mi parlava di alcune «amiche» che frequentava, mandandomi le foto, ma il suo ritorno nella mia vita ha segnato un cambiamento: sono andata nella sua città per un colloquio di lavoro che è andato bene e, dopo qualche mese, mi sono trasferita nella sua città. Avevo quasi 33 anni, ho iniziato a vivere da sola e ho sperato, finalmente, di poter vivere con l’uomo che ho aspettato per tutta la vita (perché nella mia vita c’è stato solo lui).