Cara Candida, doveva succedermi, nella vita, quello che mai avrei immaginato, di dire «sono come Ilary Blasi». Mi è successo come nel suo docufilm, di essere fedele per vent’anni, di vedere mio marito diventare strano, di chiedermi cosa succedeva, mi è successo di essere accusata da lui di avere un amante che non avevo e di sentirmi in colpa, però, perché lui ha trovato un messaggino in cui accettavo di prendere un caffè con lui e altri amici. Mio marito ha guardato nel mio telefono e ha trovato quel messaggio di per sé innocente, solo che siccome io sapevo che lui era nervoso, avevo omesso di dire che a quel caffè c’era quest’uomo. Insomma, mi sono sentita in colpa, ho pensato che il suo nervosismo e che il nostro matrimonio che stava andando in pezzi erano colpa mia. Poi, invece, ho scoperto che lui aveva un’altra, che la sua messinscena serviva a farmi sentire in colpa e a nascondere che il colpevole era lui. Ho voluto ignorare le voci che mi arrivavano dagli amici e che mi dicevano che era stato visto di qua e di là. Le ho voluto ignorare perché non potevo credere che un uomo che diceva di soffrire così tanto per una mia minuscola bugia fosse poi capace di nascondermi un intero castello di bugie. Sorvolo sulla lunga storia che mi ha portata a togliere le bistecche dagli occhi, sorvolo per decenza perché fatico ad ammettere con me stessa quanto sono stata stupida. L’ho lasciato naturalmente, ma non riesco a riprendermi perché mi sento umiliata, annientata, scema. Mi chiedo dove sono stata in tutti i mesi in cui mi prendeva in giro, mi chiedo se mi ha tradita anche prima. Ripercorro i ricordi, vedo troppe cose con occhi diversi. Non so chi è l’uomo che ho amato per vent’anni, non so chi sono io che non ho voluto vedere questo e altri tradimenti che adesso mi sembrano evidenti. Mi sento uno straccio, mi sento niente. Rileggo per giornate intere le chat che ci scambiavamo, ripercorro le agende, le email, per cercare di ricostruire e capire, per identificare il male, per trovare le prove. Piango molto, mi chiedo dove ho sbagliato. Lo odio, sicuro. Ma ancora non capisco. Non capisco cosa gli mancava, cosa non gli ho dato. Funzionava tutto fra noi, anche l’intimità, e non litigavamo quasi mai. Allora, perché mi tradiva? Perché lo faceva con tanta leggerezza? Non ha saputo spiegarmelo, anzi, ha tenuto un atteggiamento arrogante. Nega, sostiene che la sua è stata una reazione perché ero io ad avere la testa altrove. Come è possibile che neghi ancora? Come è possibile che continui a voler far ricadere la colpa sui di me? Mi sembra di stare in un incubo. Mi chiedo cosa devo dire ai miei figli su chi è il loro padre. Non riesco a difenderlo, non riesco a non far sentire anche a loro la mia rabbia.  Come si ricomincia dopo una delusione come questa?