di Candida Morvillo Pubblicato dal Corriere della Sera

Questa è una di quelle storie in cui, prima che la verità, conta la compassione. Nella vicenda della ristoratrice Giovanna Pedretti assurta di colpo a eroina, poi accusata da due influencer di essersi inventata una recensione omofoba solo per farsi pubblicità, infine trovata morta, ci sarebbe da discutere su chi decide cosa è vero e cosa è falso, se Selvaggia Lucarelli, se il fidanzato cuoco, se la Cassazione, se un giornalista, se il «popolo del web» o se il senso critico di ciascuno di noi.

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